INVERNO
di Jon Fosse
un progetto di Vincenzo Manna e Anna Paola Vellaccio
traduzione Graziella Perin
adattamento e regia Vincenzo Manna
con Anna Paola Vellaccio e Flaminia Cuzzoli
assistente alla regia Andrea Vellotti
disegno luci Javier Delle Monache
costumi e oggetti di scena Cassepipe Compagnia
Una gelida alba d’inverno, un parco, una ragazza
un po’ sbronza, forse drogata, e una donna in cappotto e tailleur seduta su una panchina. Fra di loro inizia ben presto un inquietante
passo a due, scandito da una partitura di gesti minimi e frasi smozzicate, che sottolinea i momenti di un incontro impossibile, una sorta di
immaginario match di box sentimentale all’apparenza destinato a non rompere l’evidente incomunicabilità che le separa. Ma proprio l’incontro casuale è
l’inizio di una tenera e dolorosa storia d’amore che si snoda fra il chiuso di anonime camere d’albergo, solitari giardini urbani, bar. Un’indagine
sulla solitudine e il desiderio, sull'“eccesso di realtà” fisico ed emozionale, che lacera all'improvviso la banalità del quotidiano.
" ... proposto al festival di Rieti, in quello che ritengo l'evento dell'estate teatrale: un
evento che riguarda tanto Fosse, la sua ricezione, quanto l'indice di spostamento della lancetta che indica il più attuale teatro di sperimentazione ... Vincenzo Manna scommette in un pazzo
futuro. L'uomo e la donna sono diventati due donne (e ciò conferisce a "Inverno" una credibilità perfino maggiore con quelle due attrici, Anna Paola Vellaccio e Flaminia Cuzzoli, di colpo mutate
l'una nell'altra in una impressionante, astratta scena di sesso) ... il dramma si presenta stravolto nella forma, che definirei rock: per la velocità, per la qualità di sfumature e sottigliezze
nel gesto, laddove il dramma di Fosse resta quello di un doloroso retaggio della condizione umana, che meno si solleva da terra quanto più aspira a librarsi in volo" (Franco
Cordelli, Corriere della Sera, 5 agosto 2014)